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LETTERA ALLE COMUNITA’ SCOLASTICHE DI RENDE

Riflessioni   sulla proposta alternativa di alcuni genitori che hanno chiesto la DIDATTICA MISTA al fine “di favorire una libera scelta tra lezione in classe e lezione on line così da “consentire agli attori coinvolti di autodeterminarsi” rispetto ad un rientro non condiviso.

Nel rispetto dei timori legati alla diffusione del virus e alle diverse condizioni familiari degli alunni è giusto precisare che la modalità mista, ovvero, la presenza  contemporanea del proprio figlio/a in una classe fisica e/o virtuale, non può essere accettata dalla scuola per ragioni, innanzitutto, di natura normativa ma anche e soprattutto per motivi pedagogico-didattici.

Va innanzitutto sottolineato che tra gli acronimi DAD, DDI, DM (“didattica mista”) non  c’è solo  una differenza terminologica ma, alla base, c’è una diversa organizzazione e una visione strategica, didattica, metodologica che coinvolge l’efficienza e l’efficacia dell’intero processo d’insegnamento-apprendimento che è quello che deve interessare tutti e che è la sostanza del diritto all’istruzione.

La Didattica A Distanza (DAD), prevede lo svolgimento delle attività didattiche interamente attraverso piattaforme digitali e coinvolge in modo interattivo l’intera classe sulla base di un’ organizzazione oraria rispettosa della progettazione e della specifica classe di riferimento.

La Didattica digitale Integrata (DDI) integra  la didattica digitale con la didattica in presenza e, secondo quanto previsto dalle Linee guida per la Didattica Digitale Integrata, adottate dal Ministero dell'Istruzione con il Decreto n°39 del 26/06/2020 “potrà  essere utilizzata in modo complementare nella scuola secondaria di secondo grado. Solo in caso di una nuova sospensione delle attività in presenza, dovuta a una nuova emergenza, si renderà necessario il ricorso alla didattica digitale integrata per tutti gli altri gradi di scuola.” E questo è quanto è stato fatto dagli Istituti Comprensivi di Rende durante la sospensione delle attività didattiche e nell’ultimo periodo di lockdown.

La DID  non è riassumibile in un solo tipo di attività didattica, ma si sviluppa nell’utilizzo di più attività differenti e comunque :

  • Attività a distanza sincrone (previste in DAD e DDI) che contemplano lezioni partecipative, e percorsi di verifica (compiti in classe digitali, verifiche orali, discussioni, presentazioni, ...)
  • Attività a distanza asincrone previste:
  • in DAD come consegna agli studenti di compiti e di materiali  da svolgere  singolarmente in orario non scolastico;
  • in DID come attività laboratoriali di gruppo di ricerca e di costruzione di conoscenze
  • in presenza, ovvero, come attività in classe, prevista esclusivamente in DDI per le scuole superiori che necessitano di svolgere attività laboratoriali (tecnici –alberghieri…) In quest’ottica gli alunni di una stessa classe   alternano attività a distanza con attività pratiche nei laboratori scolastici.

La DDI, dunque, contempla un’organizzazione oraria specifica che rispetti in percentuale il peso delle singole discipline entro il monte ore complessivo della classe in questione e Il peso in termini di tempo e impegno richieste per studente.

Appare chiaro che la didattica mista, richiesta da alcuni genitori è altra cosa da DAD e/o DDI.

La Didattica Mista identifica una modalità didattica che alterna forme in presenza e a distanza integrate, certo, ma per tutti i suoi destinatari contemporaneamente, identificando spazi di apprendimento comunque tra loro omogenei.

A livello ministeriale di didattica mista se ne è parlato all’inizio di maggio, allorquando si dovevano individuare le modalità di ripresa dell’anno scolastico ed essa era stata pensata come possibile soluzione all’emergenza là dove, a fronte di difficoltà organizzative dovute all’impossibilità di garantire a classi intere il distanziamento fisico, si poteva prevedere lo sdoppiamento del gruppo classe in due gruppi ipotizzando la frequenza in classe di un gruppo che seguiva in presenza alcune lezioni, mentre l’altro gruppo a distanza fruiva delle lezioni di altre discipline. Questa ipotesi, detta anche didattica a turnazione, è stata completamente scartata per le scuole del primo ciclo.

Se, invece, come si ritiene sia la richiesta dei genitori, si chiede una Didattica Mista (modello Regione Puglia) che permetta l’autodeterminazione delle famiglie di un medesimo gruppo classe di scegliere se far frequentare i propri figli le lezioni   in presenza o a distanza questo si configurerebbe come una didattica “pasticciata” priva di una base normativa, di difficile attuazione a livello tecnologico (reti delle scuole non adeguate a sostenere molteplici connessioni contemporanee, mancanza di lim in tutte le classi…),a livello organizzativo (differente orario tra lezione in presenza e a distanza, difficile elaborazione dell’orario scolastico dei docenti…), a livello di ricaduta psico-pedagogico-didattica sull’apprendimento degli alunni che rischia di rendere gli studenti a distanza semplici uditori e spettatori passivi di una lezione in presenza che inevitabilmente assorbe il docente nel fare scuola in presenza.

La stessa didattica in presenza fa leva su un rapporto fisico che in DAD è virtuale e su strategie d’insegnamento differenti.

Del resto la modalità in presenza e a distanza rimandano ad ambienti di apprendimento completamente diversi in cui si operano scelte metodologiche, strategie, orari e modelli valutativi legati al contesto costruito nonché modalità comunicative e relazionali differenti.

In una classe in cui una parte degli alunni è in classe e una parte è a distanza, come si strutturerebbe una lezione per garantire a tutti il diritto ad apprendere e non soltanto quello a frequentare?  

Come farebbe il docente a dover rapportarsi in contemporanea alla classe fisica e, con uno sguardo alla Lim o, peggio, al video con possibilità di interferenze tecniche e conseguente perdita dell’attenzione da parte degli alunni dei due gruppi, alla classe virtuale?

Come si monitorerebbero in ugual misura i processi di apprendimento dei due gruppi?

La valutazione di chi è a casa sarebbe ugualmente oggettiva così come quella applicata a coloro che stanno in classe?

Potrebbero essere utilizzati gli stessi strumenti e prove di valutazione per i due gruppi, l’uno interagente in uno spazio fisico e l’altro in un contesto di apprendimento a distanza e dunque virtuale?

Certamente tra l’una e l’altra proposta esiste una enorme differenza. La scuola a distanza ha necessità di considerare tempi brevi di attenzione, consegne strutturate che richiedono ampi gradi di autonomia, potenziamento della modalità visiva e operativa rispetto alla capacità di ascolto. Diversamente, quella in presenza prevede una interazione flessibile, tempi di ascolto più lunghi perché mediati da una comunicazione prossemica e gestuale, forte negoziazione. Secondo tale ottica le diverse attività da organizzare intorno ad un contenuto risultano ben diverse e inattuabili in un modello di contemporaneità di presenza e distanza.    

La scuola è una istituzione dello Stato che deve garantire l’apprendimento di tutti in un contesto educativo e didattico condiviso e non separato, offrendo uguali opportunità didattico-educative attraverso l’erogazione di un servizio rivolto a tutti e non ai singoli. Una comunità educante che risponde alle esigenze del gruppo classe e non ai desiderata dei singoli.

Optare  o favorire una scelta del singolo significa pensare che la scuola sia solo legata a luoghi fisici ed orari mentre sappiamo con certezza che la scuola è un luogo pedagogico ed il tempo dell’apprendimento non è legato banalmente e riduttivamente a concetti di quantità e/o modalità organizzativa ma di qualità.

Non basta essere presenti comunque ma essere presenti per agire all’interno di una proposta educativa condivisa, perché ci siano apprendimenti.

La proposta di una Didattica Mista, secondo la nota ministeriale (https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-ministero-pieno-sostegno-alla-comunita-scolastica-pugliese-regione-puglia-ritiri-o-corregga-ordinanza-istruzione-non-e-servizio-a-domanda-individuale) di risposta all’ordinanza del Governatore della Puglia, rischia di innescare un insostenibile conflitto tra scuole e famiglie incentivato da scelte unilaterali che rischiano di interrompere quel dialogo costruttivo e quella ricerca di soluzioni condivise su cui si basa la comunità scolastica stessa, oltre che a trasformare l’istruzione in un servizio a domanda , quale non è e non può essere , specie nella fascia dell’obbligo. Del resto, la stessa Costituzione non prevede una indiscriminata e pericolosa regionalizzazione del sistema istruzione. La stessa nota, tra l’altro, evidenzia la necessità di preservare l’autonomia delle istituzioni scolastiche da interventi di dubbia legittimità e congruità previsti da eventuali ordinanze regionali in merito.

In ultimo si fa presente ai genitori che, in quanto attori coinvolti, pensano di poter decidere unilateralmente su come e quando deve essere erogato il servizio scolastico, tra gli attori della scuola ci sono anche i docenti e il personale ATA e per ciascuno deve essere garantito il diritto alla salute. Eppure, con la richiesta della Didattica a distanza con la conseguente libertà di far scegliere alle famiglie la presenza e/o in remoto, per i docenti e per il personale ATA l’autodeterminazione non sarebbe possibile se non con la registrazione di un’assenza.

Resta inteso che in qualità di Dirigenti Scolastici rispettiamo le decisioni prese dal Sindaco quale autorità sanitaria locale che, sulla base di più parametri territoriali, ha il compito di decidere sull'apertura e/o la chiusura delle scuole. È evidente che, in questo periodo di emergenza,   gli Organi Collegiali di tutti gli Istituti Comprensivi di Rende, a fronte di qualsiasi tipo di DAD e o di DDI sostengono la didattica in presenza, sempre che la sicurezza interna alle Scuole non venga compromessa, in caso di positività di genitori e/o congiunti, da una risposta non celere e certa da parte delle diverse Asp della Provincia cui fanno capo docenti, personale Ata e alunni.

Bisogna trovare con il Comune, l’ASP, i genitori rendesi, il Laboratorio di Microbiologia Clinica dell’Università della Calabria soluzioni che coinvolgano tutte le comunità scolastiche del territorio e insieme chiedere a gran voce alla Regione e al Governo la possibilità di far rientrare a scuola a Gennaio gli alunni prevedendo per tutte le componenti scolastiche una corsia preferenziale nel sottoporsi a tamponi così da non avere a gennaio, nuovamente, una scuola a singhiozzo, o , peggio ancora, ritornare in DDI che, per le scuole del primo ciclo, resta una modalità alternativa da adottare solo in casi di sospensione delle attività o per alunni in quarantena.

F.to I Dirigenti Scolastici

degli Istituti Comprensivi di Rende:

Rosalba Borrelli - Istituto Comprensivo Rende Commenda

Antonella Gravina – Istituto Comprensivo Rende Centro

Patrizia Passarelli – Istituto Comprensivo Quattomiglia

 

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